Buona architettura è quando un edificio studiato per
accogliere e proteggere chi ci abita, una casa dove architettura sostenibile e
benessere della persona sono inseparabili e che dovrebbe garantire condizioni
positive di benessere all’utente permettendogli di orientare le proprie
risorse a qualcosa di più elevato della mera sopravvivenza.
Sembrerebbe questa un’affermazione scontata, invece non è
affatto così, esistono infatti molteplici edifici che funzionano “peggio del
clima” e nei quali la sopravvivenza è garantita solo con un massiccio ricorso a
energie esterne, prevalentemente di tipo non rinnovabile.
Il progetto di un ambiente confortevole dovrebbe quindi essere
un elemento prioritario e irrinunciabile dell’architettura.
Dal punto di vista fisico, la condizione di benessere viene
definita “comfort”.
Per comfort termoigrometrico si intende quel particolare stato
della mente che esprime soddisfazione con l’ambiente termoigrometrico
circostante.
Secondo gli studi e le teorie di P. O. Fanger, il benessere termoigrometrico in un edificio si raggiunge a seconda delle relazioni che si instaurano tra alcune variabili fisiche e le variabili ambientali (clima).
Più recenti studi sul benessere negli edifici mettono in evidenza che, oltre alle variabili fisiche, la sensazione di comfort è fortemente collegata ad aspetti psicologici, culturali e sociali dell’individuo ed è funzione del tempo e della capacità di adattamento di un individuo, rendendo quindi non semplice quantificare lo stato di benessere che dovrebbe almeno tenere conto del sesso, dell’età delle persone e del relativo stato di salute.
Il corpo umano può essere visto come un sistema termodinamico: alimentato dal cibo, produce lavoro e calore in relazione al tipo di attività svolta. Il fisico umano ha efficienti sistemi di termoregolazione che si attivano per mantenere costante la nostra temperatura corporea; per non stressare il nostro fisico è opportuno limitare il ricorso a questi sistemi di termoregolazione negli ambienti confinati.
Il corpo umano reagisce alle variazioni termoigrometriche nell’ambiente circostante mediante delle azioni fisiologiche che, principalmente, riguardano il controllo della circolazione sanguigna (riduzione dell’irrorazione periferica, aumento delle pulsazioni ecc.) e la variazione della traspirazione e della sudorazione.
Il mantenimento dell’equilibrio termico del corpo umano è condizione necessaria ma non sufficiente per il raggiungimento del benessere termico che si raggiunge per un insieme di condizioni termoigrometriche molto più limitate.
Secondo gli studi e le teorie di P. O. Fanger, il benessere termoigrometrico in un edificio si raggiunge a seconda delle relazioni che si instaurano tra alcune variabili fisiche e le variabili ambientali (clima).
Più recenti studi sul benessere negli edifici mettono in evidenza che, oltre alle variabili fisiche, la sensazione di comfort è fortemente collegata ad aspetti psicologici, culturali e sociali dell’individuo ed è funzione del tempo e della capacità di adattamento di un individuo, rendendo quindi non semplice quantificare lo stato di benessere che dovrebbe almeno tenere conto del sesso, dell’età delle persone e del relativo stato di salute.
Il corpo umano può essere visto come un sistema termodinamico: alimentato dal cibo, produce lavoro e calore in relazione al tipo di attività svolta. Il fisico umano ha efficienti sistemi di termoregolazione che si attivano per mantenere costante la nostra temperatura corporea; per non stressare il nostro fisico è opportuno limitare il ricorso a questi sistemi di termoregolazione negli ambienti confinati.
Il corpo umano reagisce alle variazioni termoigrometriche nell’ambiente circostante mediante delle azioni fisiologiche che, principalmente, riguardano il controllo della circolazione sanguigna (riduzione dell’irrorazione periferica, aumento delle pulsazioni ecc.) e la variazione della traspirazione e della sudorazione.
Il mantenimento dell’equilibrio termico del corpo umano è condizione necessaria ma non sufficiente per il raggiungimento del benessere termico che si raggiunge per un insieme di condizioni termoigrometriche molto più limitate.
In
generale, possiamo dire che la condizione di benessere termico si ha quando l’organismo è
nelle condizioni di poter mantenere l’equilibrio termico per un tempo
indefinito e senza sforzo.
I fattori che intervengono nella definizione del comfort sono:
I fattori che intervengono nella definizione del comfort sono:
– la temperatura, la velocità e
l’umidità dell’aria;
Per la qualità dell’aria invece
sono di riferimento i criteri stabiliti dalla normativa europea UNI EN 15251 che suggerisce il
calcolo della ventilazione ottimale e da quella statunitense ANSI/ASHRAE Standard 62.1 che
prescrive gli standard della ventilazione dell’aria interna.
La classificazione in
categorie di comfort interno avviene in funzione della tipologia di edificio:
la categoria I, la migliore, è richiesta ad esempio per edifici di nuova
costruzione ed in particolare per gli ambienti occupati da soggetti
particolarmente sensibili come bambini e anziani.
– la temperatura media radiante delle superfici all’intorno;
Temperatura media
radiante (TMR, °C) è la temperatura media pesata delle temperature delle
superfici che delimitano l’ambiente incluso l’effetto dell’irraggiamento solare
incidente.
Influisce sugli scambi
per irraggiamento.
Insieme alla
temperatura dell’aria, la TMR è il fattore che influenza maggiormente la
sensazione di calore.
Se il corpo è esposto
a superfici fredde, una quantità sensibile di calore è emessa sotto forma di
radiazione verso queste superfici, producendo una sensazione di freddo.
La variazione di 1° C
nella temperatura dell’aria può essere compensata da una variazione contraria
da 0.5 a 0.8° C nella TMR: la condizione più confortevole è stata considerata
quella corrispondente ad una TMR di 2° C più alta della temperatura dell’aria.
Una TMR più bassa di
2° C è pure tollerabile se la radiazione emessa dal corpo è quasi la stessa in
tutte le direzioni e ciò avviene solo se le temperature superficiali
dell’ambiente circostante sono praticamente uniformi.
– l’attività metabolica (Met);
– il vestiario (Clo);
Per ogni combinazione di
questi parametri si avranno condizioni di più o meno benessere e l’aumento del valore di alcuni
parametri permetterà (entro certi limiti) di compensare la carenza di altri. Ad esempio, l’aumento
della temperatura dell’aria potrà essere compensato in estate dalla diminuzione
del vestiario, o viceversa in inverno, così come l’aumento del metabolismo
richiede un abbassamento della temperatura e una riduzione del vestiario.
In special modo per il recupero edilizio è interessante : Linee
guida per un recupero urbano biocompatibile del Servizio edilizia abitativa e bioclimatica
della Regione Liguria.