venerdì 8 luglio 2011

IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE: Errori più comuni nei sistemi di rinnovo dell’aria.

Gli impianti di climatizzazione prevedono sempre una circolazione di aria.
L’aria è un fluido dotato di massa, calore specifico, conduttività, qualità organolettiche ecc. e si comporta secondo le leggi della fluidodinamica.
Noi viviamo immersi nell’aria, la respiriamo e quindi tendiamo a considerarla “impalpabile”.
Questa “impalpabilità” comporta troppo spesso nella pratica impiantistica errori commessi per lo più da operatori improvvisati o scarsamente preparati.
Nessun “bricoleur” si sognerebbe di modificare o manomettere un impianto idraulico mentre in troppi pensano di poterlo fare impunemente con gli impianti aeraulici.
Quella che segue è una breve casistica, sicuramente non esaustiva degli errori più comuni riscontrati sugli impianti di ventilazione e ricambio dell’aria.

  • Inesistente o insufficiente reintegro dell'aria espulsa.
Quando si estrae aria da un ambiente – esempi più banali la ventolina dei bagni ciechi o la cappa della cucina quando questa espelle i fumi all'esterno -bisogna provvedere a un adeguato afflusso di aria di reintegro attraverso la realizzazione di opportune aperture o installando un ventilatore di immissione di portata pari a quello di estrazione.

A tutti sarà capitato in qualche albergo sentire un cambiamento di tono nel rumore prodotto dalla ventolina alla chiusura della porta del bagno; il cambiamento altro non è che il risultato del funzionamento “a vuoto” del ventilatore.

Nel caso, oltre ad avere una insufficiente o nulla estrazione si accorcia drasticamente la vita operativa del ventilatore.

Il reintegro dell'aria può risultare insufficiente anche per l'ostruzione totale o parziale delle prese d'aria e delle espulsioni all'esterno per il deposito nelle loro prossimità di materiali vari; molto spesso si trovano all'interno di cortili dove vengono stoccati materiali di tutti i tipi.

Un semplice pezzo di carta è sufficiente ad alterare in maniera sostanziale la dinamica di un impianto di ventilazione o climatizzazione.

  • Zone morte dovute alla errata collocazione delle immissioni e delle estrazioni.
L'aria è un fluido “pigro” che risponde come tutti i fluidi alla legge del minimo sforzo per cui la collocazione degli organi di immissione e estrazione dell'aria in ambiente devono essere posti in posizioni idonee perchè il fluido effettui una scansione quanto più ampia possibile dell'ambiente medesimo.

Il fenomeno della cortocircuitazione è la causa della maggior parte dei malfunzionamenti degli impianti di ventilazione e climatizzazione.

Esistono ovviamente anche altri motivi per cui la scansione avviene in maniera insoddisfacente; tra questi il fenomeno per cui masse d'aria a temperature molto diverse - e conseguenti diverse densità ( a volte sono sufficienti 10°C ) - tendono a scivolare una sull'altra senza mescolarsi.

Una bocchetta di mandata posizionata in modo non corretto creerà delle zone in cui la circolazione d'aria sarà nulla, le condizioni termoigrometriche richieste non saranno raggiunte e per la cui eliminazione i sistemi normalmente utilizzati (aumento della velocità di lancio, aumento della temperatura di immissione) sortiscono effetti nulli.
  • Immissione di aria contaminata in ambiente
L'aria di rinnovo deve essere prelevata in zone non interessate da gas di scarico o da inquinanti aerei provenienti da attività commerciali o industriali.
E' buona norma prelevare l'aria a una altezza di almeno 4 metri; gli idrocarburi incombusti e le polveri derivanti dal traffico di solito non raggiungono quella quota.

La raccomandazione può sembrare di assoluta banalità ma è sufficiente una passeggiata al centro per notare che una buona percentuale di esercizi commerciali disattende questa semplicissima regola di igiene.

  • Pulizia dei filtri
Tutti o quasi gli impianti di ventilazione e climatizzazione prevedono la presenza di filtri di varie classi di efficienza a seconda della destinazione d'uso degli ambienti serviti.

I filtri sono essenziali per mantenere livelli accettabili di qualità dell'aria e vanno puliti o sostituiti con assiduità secondo le prescrizioni del costruttore.

Il filtro di un comune climatizzatore split system andrebbe pulito con cadenza settimanale; l'operazione è effettuabile da chiunque e richiede pochissimi minuti.

E' capitato più e più volte di sentir parlare gli utenti di pulizia semestrale o annuale o addirittura di asportazione dei filtri.

Tutto il materiale che si deposita sui filtri evita di depositarsi nei polmoni di chi fruisce l'ambiente e sulle superfici dell'ambiente medesimo.

Un filtro sporco rappresenta una coltura batterica soprattutto in presenza di umidità.

Un filtro sporco altera le caratteristiche di funzionamento delle apparecchiature e soprattutto è costoso dal punto di vista energetico e quindi economico.

L'asportazione dei filtri riduce drasticamente la resa delle apparecchiature fino alla loro inutilizzabilità e aumentando in maniera esponenziale i costi di gestione.